Arlecchino

Arlecchino era un grande maestro delle burle ed era il più testardo dei testardi, la più vaga e la più svagata maschera del mondo. I suoi antenati si chiamavano „Zanni“ e divertivano i Romani. Abitava a Bergamo bassa, i suoi genitori possedevano Castel Fallito, Feudo Deserto e Provincia della Miseria.
Il suo vestito era fatto con molti zecchini colorati. Era stato cavadenti, barbiere, buffone di corte e bambino. Ha provato a travestirsi anche da nobile barone e da illustre marchese.
Era affamato e spesso bastonato.
Indossava un giubbetto di pezze colorate fermate da una cintura, pantaloni larghi e comodi, un cappellaccio sformato con pennacchio di coda di coniglio, una maschera a foggia di gatto-scimmia con baffi, gorgiera a due strati, scarpini senza lacci e una spatola. Il suo vestito era di color turchino, rosso e giallo.
Arlecchino parlava veneziano ma non era nato a Venezia, aveva una maschera antica e lo conoscevano già i Latini e in Francia.
Il suo sogno era quello di mettere qualcosa di buono sotto i denti. Alle sue prime apparizioni indossava un abito bianco.

La leggenda del costume di Arlecchino

C’era una volta un bambino chiamato Arlecchino, molto povero. Viveva con la mamma in una casetta, andava a scuola e per carnevale la sua maestra organizzò una festa. Propose ai bambini della scuola di vestirsi in maschera. I bambini accolsero l’idea con entusiasmo, soltanto Arlecchino non partecipava a questa gioia, perché sapeva che sua mamma era povera. Ai bambini dispiacque vedere Arlecchino tanto triste, così decisero di portare alla sua mamma un pezzetto di stoffa dei loro costumi colorati. La mamma ne fece un abito. Al mattino Arlecchino trovò un abito di tanti colori diversi. Alla festa era lui la maschera più bella e più festeggiata.
E tutto qesto grazie all’aiuto che i suoi compagni gli avevano dato.

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