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I Veronesi sono orgogliosi del loro
teatro all' aperto, la celebre Arena, e raccontano una
leggenda sulla sua costruzione.
A Verona c' era una volta un ricco
signore che era stato incarcerato e poi condannato a morte
sotto una grave accusa. La sera che precedeva il giorno
dell' esecuzione, nella sua cella comparve il
diavolo.
«Messere» gli disse lo
spirito maligno «io posso salvarti!».
«E come?» chiese il
condannato.
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«Da tempo i Veronesi
desiderano un grande teatro: offriti di costruirlo e chiedi
in cambio la libertà».
«Ma io debbo morire domattina...» replicò
il disgraziato. «Nessuno può far sorgere un
teatro in una notte».
«Io lo posso fare!» si vantò il principe
delle tenebre. «Ma sappi che in cambio voglio la tua
anima».
Stretto dal terrore della morte, il condannato
accettò il patto. L' accordo non era ancora firmato
che la notte si riempì di demoni che lavoravano. Ma
il condannato non aveva pace e nel buio della sua cella
pregava: «Salva la mia anima, Vergine Santa! Io non
sapevo ciò che facevo...».
Lunghe e angosciose passarono le ore della notte. Allo
stupendo teatro mancava ormai solo un piccolo pezzo per
essere completato. La notte era ancora fonda. Tuttavia, a un
tratto le campane cominciarono a suonare le dolci note dell'
Angelus: una mano invisibile le aveva messe in moto qualche
minuto prima dell' alba.
A quel sacro suono, con un urlo di rabbia e di spavento, i
demoni sprofondarono nell'inferno. L' Arena non era
compiuta, il demonio aveva perso la sua preda. La sincera
preghiera del condannato era arrivata fino alla Vergine
Maria che aveva inviato i suoi angeli a suonare le campane
anzitempo. Lo stupendo teatro, però, bastò a
pagare la libertà del prigioniero.
Da quell' episodio, secondo la leggenda, la celebre Arena
continua a dar lustro alla città di
Verona.
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