La Lira Italiana
 

Per l'Unità d'Italia si volle adottare un sistema monetario comune per il neonato mercato interno; nelle province che fra il 1859 e il 1861 venivano mano a mano annesse al regno sabaudo, Vittorio Emanuele II estese, con Regio Decreto del 17 luglio del 1861, in sostituzione delle monete locali, la lira nuova di Piemonte, da allora in poi chiamata lira italiana. Essa ha in seguito accompagnato il modo di vivere di diverse generazioni di cittadini del Regno prime e della Repubblica italiana poi.

Da subito la nuova moneta si trovò, però, ad affrontare una situazione critica, quando il 1° maggio 1866 il governo emanò il famoso decreto che istituiva il corso forzoso della lira, che dichiarava l'inconvertibilità della carta moneta in circolazione in metallo prezioso.
Il suo riacquistato prestigio nel 1883, le consentì però di qualificarsi come moneta affidabile, grazie anche alle cure che le avrebbe prestato, dal 1894, la Banca d'Italia.
Anche se la stabilità monetaria non era assoluta, negli anni tra l'unificazione italiana e il 1914 le fluttuazioni furono piuttosto contenute e si accompagnarono a un notevole incremento del reddito pro-capite.

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