Il drago di Wawel
Tanto
tempo fa, sulle rive del fiume Vistola,
c era una gran rupe che dominava la pianura. Nessuno ci andava
mai, soprattutto verso sera, e se qualcuno ci passava accanto si
faceva cento volte il segno della croce, perché quello era
un luogo maledetto. Sulla rupe, infatti, viveva il piú grosso
drago che si fosse mai
visto, con zanne e unghie e scaglie grossissime, e una bocca immensa
che sputava fiamme e inghiottiva buoi e cavalli come fossero confetti.
Ma, quel che è peggio, il drago di Wawel era anche ghiotto
di carne umana, e andava pazzo per i bambini piccoli e grassi. Era
colpa sua se nel paese regnava il terrore, e alla fine i contadini,
disperati, decisero di chiedere aiuto al re Krakus, che viveva nel
suo castello in cima a una collina insieme ai figli Krak e Lech,
forti e coraggiosi. A sentir parlare di un drago, Krakus e Krak
si sentirono prudere le mani: quella era unimpresa per loro!
Ma Lech non era daccordo, e disse:
È una pazzia rischiare la vita di un re e di un principe
solo per salvare quattro contadini sporchi e paurosi! Io non vi
accompagnerò, state sicuri!
In fondo al cuore, però, sperava che il drago si mangiasse
sia il padre che il fratello, così lui sarebbe diventato
re, con tanto di corona doro in testa.
Krakus e Kak, invece, decisero di montar subito a cavallo per sorprendere
il drago nella sua tana, e stavano già uscendo dal castello
quando il loro capo falconiere, Skuba, li trattenne:
Signori, dove andate? Non sapete che contro la corazza del
drago le lance si spezzano e le pietre rimbalzano, che la pece bollente
gli scivola addosso senza bruciarlo, e che il suo alito di fuoco
potrebbe arrostirvi a mille metri di distanza? È impossibile
ucciderlo con la forza, bisogna usare lastuzia!
Lastuzia è unarma che non mi piace
disse Krakus io preferisco vedere in faccia i miei nemici.
Ma non stai affrontando un bisonte selvaggio della prateria
o unaltra bestia nobile, degna di lottare contro il re! Morirai
sicuramente, se lo combatterai in campo aperto. Io, invece, ti consiglio
di prendere un bel montone arrosto e di riempirgli la pancia di
zolfo e pece. Lo lasceremo sotto la rupe, e quando il drago lo inghiottirà,
si ritroverà in pancia un intruglio infuocato che lo farà
crepare.
Alla fine re e principe si convinsero, e Skuba preparò il
montone. Poi tutti e tre cavalcarono verso Wawel, mentre già
scendeva la sera. Appena arrivati, Krakus prese il montone e andò
a posarlo sul sentiero ai piedi della rupe, e subito si vide il
rosso delle fiamme: il drago si era svegliato, e spalancava la bocca
in un enorme sbadiglio. Allora i cavalli, impazziti di paura, fuggirono
al galoppo trascinando con sé i cavalieri: ma Skuba rimase
a terra, e i suoi padroni lo videro correre a nascondersi tra gli
alberi. Quando arrivarono al castello, il re e suo figlio erano
pesti e doloranti per la lunga corsa. Avrebbero voluto tornare indietro
per cercare il falconiere, ma ormai era notte, e non poterono far
nulla. Krakus e Krak sedevano tristamente davanti ai loro boccali
di birra: sembrava proprio che la loro impresa fosse fallita, e
il cattivo Lech li guardava con un mezzo sorriso. Era convinto che
il popolo si sarebbe rivoltato contro un re così incapace,
e che avrebbe scelto lui al suo posto.
Ma ecco, sotto le finestre del castello si sentirono grida e canzoni:
Viva Krakus, viva il principe Krak!
Erano i contadini che, portando in trionfo Skuba, si affollavano
davanti al portone. Dunque il falconiere si era salvato! Skuba entrò
nel salone, con gli abiti a brandelli ma pieno di gioia e, inginocchiandosi
davanti al suo re, disse:
Il drago è morto! Dopo che i cavalli vi hanno trascinato
via, io sono corso a nascondermi, e di lontano ho potuto vedere
quel maledetto mostro che mandava giù il montone tutto intero.
Ma sembrava che lo zolfo e la pece non facessero effetto, finché
... finché è sceso a bere lacqua della Vistola.
Il montone ripieno gli aveva fatto venire tanta sete che non riusciva
piú a smettere, e ha bevuto al punto che alla fine è
scoppiato: dalla sua pancia lacqua usciva a fiumi!
Fu così che il drago di Wawel venne sconfitto, e i festeggiamenti
andarono avanti tutta la notte (lunico che ci rimase male
fu Lech, naturalmente, ma lui non contava). E il giorno dopo Krakus
decise di costruire, sulla rupe di Wawel, un castello fortificato,
e di abbattere il bosco per fondare una città che si sarebbe
chiamata Cracovia.
Julia Runggaldier
2001/2002
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